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I primi lavori...continua

LA DISTRUZIONE DI ATESSA NELL’AUTUNNO DEL 1943


E poi vennero gli anni della guerra. Nella “ lunga notte delle mine”, a cavallo tra il 12 e il 13 novembre del 1943, i soldati tedeschi del 79° Reggimento Granatieri Panzer, incalzati dalle truppe alleate, prima di abbandonare Atessa la disseminarono di mine. Vennero distrutti chiese, palazzi, case, strade, l’ospedale civile. Vennero fatti saltare in aria l’acquedotto, le fognature, la galleria ferroviaria in prossimità del quartiere Santa Croce e i ponti di collegamento fra Atessa e Tornareccio.

Dopo la mezzanotte, racconta Anna Colonna nel bellissimo libro La guerra in Atessa,Autunno del ‘43 , all’improvviso, una detonazione assordante ci fece sobbalzare di paura. Il pesante portone di quercia, chiuso con un lungo catenaccio, giaceva a terra, divelto dai cardini dallo spostamento d’aria. Seguirono, intervallate a breve distanza di tempo, altre numerose deflagrazioni, le ultime delle quali- particolarmente violente- fecero saltare i due ponti di San Pasquale. La mattina –era il 13 novembre ’43- ci avventurammo per il paese. Tutti gli edifici situati intorno a Piazza Oberdan, compresa la Chiesa dell’Addolorata, erano sventrati, sgretolati, con profonde voragini nelle fondamenta. A rendere la situazione più tragica, iniziarono i cannoneggiamenti dell’esercito alleato. I soldati dell’ Ottava Armata del Generale Montgomery volevano assicurarsi che non un solo militare tedesco fosse rimasto a presidiare Atessa ela Città fu distrutta nella quasi totalità. E finalmente, all’alba del 14 novembre i cannoni tacquero e l’avanguardia alleata entrò in Atessa. Due soldati indiani della 19° Brigata della Fanteria Indiana, armati di tutto punto, con turbante e barba , iniziarono a perlustrare le strade ingombrate di macerie. Subito si diffuse la notizia che gli Alleati erano arrivati in Atessa e ci fu un grande giubilo in paese. La realtà era però ben triste. Gli Atessani si guardarono attorno: il loro bel paese non c’era più. Al suo posto, soltanto un groviglio di sassi, calcinacci e travi. Senza esitare, senza versare lacrime, si rimboccarono le maniche e, a mani nude, iniziarono a riparare le loro case danneggiate per risorgere e far risorgere Atessa.


LA RICOSTRUZIONE: 1944-1952


Il 1 gennaio 1944 il Capitano John R. Golden, ufficiale dell’Allied Military Government, nomina il Professore Giacinto Cardona Sindaco di Atessa. Il 2 gennaio vengono scelti i Consiglieri Comunali e si costituisce il primo Consiglio Comunale della Città. Il lavoro che li attende è immane. Viene compilata una lista delle priorità, sebbene tutto appaia prioritario. Il 27 Aprile del 1944 , protocollo n.54, il Consiglio Comunale si riunisce e il Sindaco Cardona fa presente la necessità di nominare un Ingegnere Comunale per i numerosi lavori da eseguirsi. All’unanimità dei voti si delibera di nominare Guido D’Onofrio ingegnere provvisorio del Comune. La nomina viene ratificata dal comando A.M.G. ( Allied Military Govenment) di Atessa.Le mansioni assegnategli sono numerose. Sembra impossibile che una sola persona possa aver svolto tanti compiti e il tutto, con la maggiore economia realizzabile.

Tra questi, quello più urgente è ripristinare l’uso del serbatoio dell’acquedotto distrutto dai tedeschi, lasciando la Città senza acqua. I lavori proseguiranno per molti anni. Un documento facente parte dell’Archivio privato della famiglia D’Onofrio riporta un elenco di opere pubbliche eseguite e in corso di esecuzione dalla Liberazione a tutto l’anno 1952.

La lista è lunghissima Si tratta di edifici religiosi, civili e di strade. Le opere più importanti eseguite all’interno della Città sono certamente, per quanto riguarda gli edifici di culto, la riparazione della Chiesa dell’Addolorata, della Chiesa di San Leucio, della Chiesa di San Michele, della Chiesa di Santa Croce, della Chiesa di San Giovanni, della Chiesa di San Domenico.Va ricordata altresì la riparazione del Dispensario di Igiene Sociale, dell’Asilo d’Infanzia, dell’ Ospedale Civile, della Scuola Media , del Palazzo Comunale .Segue infine la ricostruzione del Corso Vittorio Emanuele, di Via Nazario Sauro e di tutte le strade interne come anchedi Piazza Pietro Benedetti e Piazza Oberdan.

Una volta sistemate le urgenze della Città si procede con il miglioramento della situazione delle numerose contrade.Vengono infatti ricostruite tutte le strade pesantemente danneggiate sia dai bombardamenti e dai cannoneggiamenti che dal passaggio di carri armati e mezzi pesanti. Vengono, poi, ricostruiti i due ponti che univano Atessa a Tornareccio, e va ricordata la costruzione, ex novo, di nuovi servizi consistenti nell’esecuzionedell’acquedotto rurale di Piazzano, delle fognature delle contrade Pili, Giarrocco, San Luca , Piazzano nonché la realizzazione dell’impianto di Pubblica illuminazione. L’impianto di erogazione dell’energia elettrica, già installato in Atessa nel 1909 dall’impresa Cav. Tito Codagnone, necessitava di ammodernamento, della sistemazione di nuovi punti luce e soprattutto di essere esteso alle numerose contrade prive di energia.

Tutti i progetti vengono eseguiti sotto la direzione dello stesso ingegnere D’Onofrio. Per quanto riguarda le opere stradali vanno ricordate quelle afferenti la Strada Carapelle , la Strada Satrino, la Strada Castelluccio, la Strada Rigatelli, la Strada Fondovalle Osento, oltre al miglioramento di strade che facilitassero la comunicazione fra Atessa e le sue contrade.

In quegli anni, oggi lontani, a cavallo tra il 1946 e il 1952, l’ingegnere D’Onofrio intuisce l’importanza fondamentale della creazione delle infrastrutture per lo sviluppo della Città di Atessa.

 
 
 

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