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I PRIMI LAVORI

Aggiornamento: 17 apr 2020

Si era da poco costituita la provincia di Pescara e la nuova realtà urbana era in piena espansione, desiderosa di crescere e di costruire. E l’ingegnere Michetti di Pescara affida alcuni lavori a Guido D’Onofrio, questo giovane collega privo di esperienza ricco però di entusiasmo e di notevole acume. Ma anche Atessa e la provincia di Chieti richiedono consulenze tecniche e necessitano di nuove energie professionali. Infatti in quegli anni non più di sedici ingegneri operavano nell’intera provincia.

INIZIO DELLA COLLABORAZIONE COL COMUNE DI ATESSA


Nel 1932 l’avvocato Nicola Orfeo, podestà di Atessa, gli affida la direzione dei lavori per la costruzione dell’acquedotto comunale. (27 maggio 1932 prot. 2352) Le sorgenti erano quelle del Pianello e del Montorione, l’altitudine rispettivamente di m.650 e m.700. Nello stesso periodo viene progettata la sistemazione della fognatura cittadina di quasi 5000 metri che andava a risolvere un problema igienico della Città, molto sentito dagli Atessani. Negli anni seguenti l’ingegnere D’Onofrio lavora come libero professionista e nello stesso tempo contribuisce a realizzare opere pubbliche per il Comune di Atessa in qualità di tecnico esterno. Il lavoro più impegnativo eseguito in quel periodo è certamente la pavimentazione delle strade interne della città che erano ancora lastricate con ciottoli fortemente sconnessi.


OPERE PUBBLICHE ESEGUITE NEL 1933-34

Tra ottobre 1933 e ottobre 1934, nel corso di un solo anno , il Comune di Atessa porta a compimento molteplici opere pubbliche con la sistemazione della la zona centrale della Città, nelle adiacenze della Stazione Ferroviaria. Fra queste, la più notevole è, per importanza e per entità di lavori, la strada di accesso alla stazione, denominata Viale della Stazione,costruita su progetto proprio dell’Ing. Guido D’Onofrio per l’importo di L.236.000, con il contributo di cui al D.L. 8 maggio 1919 N. 877.

La costruzione, nonostante la limitata lunghezza, a causa del difficile tracciato, richiede numerosi e notevoli interventi, tra cui due muri di sostegno: il primo della lunghezza di m.129,60 e dell’altezza variabile fino a un massimo di m.8,20 e l’altro della lunghezza di m. 31,65 e dell’altezza massima di m.5,35. Nell’esecuzione dei lavori, sotto la direzione tecnica del progettista Ing. D’Onofrio, vengono impiegati 1047 metri cubi di muratura di pietrame e 655 metri cubi di murature di calcestruzzo di cemento. Altra opera notevole, portata a termine nello stesso periodo, è il muro di sostegno per il consolidamento di Via Fontane Vecchie, lavoro resosi necessario in seguito a smottamenti e frane prodottesi nelle adiacenze dell’abitato. Anche tale lavoro,progettato e diretto da Guido D’Onofrio per l’importo di L.67.000, viene portato a compimento nel giro di qualche mese, nonostante che il muro, della lunghezza di m.27,50 e dell’altezza massima di m.11,500, richiedesse fra l’altro, l’impiego di 593 metri cubi di murature varie. Negli stessi mesi vengono eseguiti i lavori per la sistemazione del Largo Fontana. E viene realizzata anche la Gradinata di accesso alla stazione, agile opera di conglomerato cementizio armato, che in pochi minuti permetteva di raggiungere la Stazione da Piazza Oberdan. Essa si rivelò di notevole comodità per i cittadini, perché nel 1934 le automobili private in Atessa erano pressoché inesistenti. La gradinata è ancora lì, nascosta dal grosso cubo di cemento che contiene l’ascensore. Se la si guarda con attenzione si scorgerà una scalinata dalla linea architettonica elegante e slanciata che riesce a superare un notevole strapiombo in maniera comoda e costituisce, ancora oggi, un’opera ingegneristica di grande valore stilistico e di notevole rigore formale.


RIFACIMENTO DELLA FACCIATA DELLA COLLEGIATA DI SAN LEUCIO 1935


Nel 1935, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Culturali de L’Aquila, l’ingegnere D’Onofrio dirige i lavori per il rifacimento della facciata della Cattedrale di Atessa. La Chiesa di San Leucio, costruita in origine in stile Lombardo, fu modificata negli anni 1769 -70 quando furono aggiunti stilemi del tardo barocco, sia all’interno che all’esterno della Chiesa.

L’interno fu arricchita con stucchi dorati e con l’aggiunta di due navate mentre la facciata fu decorata da un timpano curvilineo sistemato sulla sommità del corpo centrale e da due volute di raccordo fra la parte centrale e il corpo inferiore al di sopra delle porte laterali. L’obiettivo del professor Francesco Verlengia, dirigente della Soprintendenza, era quello di riportare la facciata della Cattedrale all’antica struttura Lombarda. Venne, infatti, eliminato il timpano curvilineo, furono rettificate le volute sui portali laterali e le finestre rettangolari vennero trasformate in oculi, mentre le nicchie con i simboli degli Evangelisti, che prima si trovavano in alto ai lati del rosone, vennero spostate in basso, al di sopra del portale centrale e allineate con la nicchia contenente la statua di un vescovo , probabilmente San Leucio.

L’artefice di questo importante lavoro, complesso e ambizioso, fu lo scultore Giuliante Felice di Chieti , l’ultimo “scalpellino” d’Abruzzo, coadiuvato da un ristretto numero di artigiani locali. Per quanto riguarda le gradinate di accesso alla Cattedrale riportiamo una relazione redatta dall’ingegnere D’Onofrio il 22 febbraio 1935. Progetto di massima di sistemazione della gradinata esterna della Chiesa di san Leucio di Atessa, in relazione al progetto di restauro e riordinamento della facciata. Al fine di sistemare adeguatamente la gradinata esterna della Chiesa di San Leucio di Atessa, in relazione al restauro e riordinamento della facciata studiate dalla Reale Sopraintendenza dell’Arte Medioevale e Moderna de L’Aquila, sarebbe stato desiderabile risolvere il problema con una visione più razionale e più vasta, provvedendo alla totale ricostruzione della scalinata con direttive adeguate dal punto di vista artistico, alla bella facciata della Chiesa. Ma non è possibile affrontare il lavoro con questa mira, per due essenziali considerazioni: la solidità della costruzione che potrebbe venire compromessa, senza l’esecuzione di adeguate opere di sostegno, ed i limiti delle somme disponibili, specialmente dopo l’impegno di circa L.13.000 per il restauro della facciata. Pertanto il presente studio di sistemazione della scalinata comprende le opere strettamente necessarie in relazione alla somma messa a disposizione, e cioè: modifica di una rampa per creare l’ingresso alla Prepositura con un pianerottolo, e rivestimento di tutta la faccia esterna in pietra da taglio, secondo i particolari risultanti dal disegno e dal computo di massima. La faccia vista in pietra da taglio, in questa parete che può essere considerata come la parte inferiore dell’edificio, conferirà un aspetto di forza e di austerità a tutta la facciata.

E’ interessante aggiungere che La Confraternita del SS. Monte dei Morti contribuì a molte delle spese sostenute per la realizzazione di questo importante progetto (Appunti per una storia di Atessa . Manoscritto redatto dal professore Errico Flocco. Archivio privato della Famiglia Flocco). Va ricordato che in questo stesso periodo vengono realizzate le bellissime fontanelle in ghisa collocate nei vari quartieri di Atessa. Seppure costruite con un obiettivo funzionale, costituirono un motivo di arredo urbano di notevole bellezza. Molte delle aggraziate fontanelle ora non esistono più, ma i relativi disegni sono custoditi nell’Archivio privato della famiglia D’Onofrio.


 
 
 

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